TAORMINA. Un “Orto di Mare” con i colori cromatici tipici delle caratteristiche geologiche della Riserva naturale orientata “Isola Bella”. A realizzarli, nella giornata di giovedì, oltre 100 dell’Istituto statale d’istruzione superiore “Fermi - Guttuso” di Giarre, diretto da Tiziana D’Anna, protagonisti della performance artistica “Orto di Mare”, ideata dall’architetto Leopoldo Mazzoleni e organizzata dal centro di ricerca Cutgana dell’Università di Catania, ente gestore dell’area protetta. Un’iniziativa - promossa nell’ambito della prima edizione “Giornata Mondiale dell’Educazione Ambientale” e della quinta edizione “Settimana del Pianeta Terra” – che ha coniugato il paesaggio con l’educazione, la geologia con l’arte, la dimensione museale e culturale con quella naturale e sociale grazie anche alla visita guidata coordinata dal direttore dell’area protetta Anna Abramo e dalla naturalista e educatrice ambientale Veronica Leotta del Cutgana.
“L’arte si manifesta senza rinchiudersi tra quattro mura, ma si muove in un luogo altro, quello incantevole dell’Isola Bella che sarà sempre diverso incontrando persone, storie, idee, sensazioni, emozioni – ha spiegato l’architetto Mazzoleni -. Mettere in ordine il paesaggio, questa è l’opera dell’iniziativa e questa dovrebbe essere la funzione dell’arte oggi: un processo estetico per approfondire la relazione con la realtà”.
“Realizzare sulla spiaggia dei recinti per accogliere ciottoli selezionati per cromatismo e caratteristiche geologiche ha permesso agli studenti di sviluppare la consapevolezza della molteplicità di elementi che compongono il paesaggio” ha aggiunto l’architetto.
“Gli studenti hanno selezionato diverse tipologie di ciottoli di spiaggia in base a criteri cromatici e genetici – ha spiegato Giovanni Sturiale, geologo del Cutgana -. I litotipi selezionati sono stati ben nove, è ciò è stato reso possibile dall’estrema geodiversità che caratterizza la spiaggia della riserva naturale. Una caratteristica che deriva della posizione geografica del sito, situato nel comprensorio geologico dei Monti Peloritani, ma abbastanza prossimale all’edificio vulcanico etneo”.
“Gli studenti hanno riempito in maniera omogenea ogni sezione creata con una diversa tipologia di roccia, realizzando un orto di mare avente una scala cromatica variabile dai colori neri-grigi di pertinenza delle rocce laviche, ai colori bianchi-rosati di pertinenza dei Calcari di Taormina, ai colori verdastri delle rocce di origine metamorfica – ha aggiunto il geologo Sturiale -. In alcune sezioni dell’orto sono stati inseriti dei frammenti di conglomerato cementizio e di lateriti, ormai elaborati e arrotondati dall’azione del mare. Ciò ha testimoniato ai ragazzi che spesso la natura riesce a riparare gli errori compiuti dall’uomo”.
“Notevole meraviglia ha destato negli studenti l’apprendere che la maggior parte del materiale su cui stavano lavorando ha un’età antichissima – ha concluso il geologo -. Le rocce più giovani dell’area, infatti, hanno un’età supracretacea (circa 65 milioni di anni) passando per il Giurassico inferiore (fino a -200 milioni di anni fa) fino ad arrivare al Paleozoico la cui base risale a circa 540 milioni di anni”.
Il progetto è stato illustrato dalla docente Marzia Andronico dell’Istituto statale “Fermi - Guttuso” di Giarre (docente di progettazione e design) ed è stato realizzato con la collaborazione del curatore Eugenia García Sottile (prof.ssa dell’Università Cattolica di Valencia San Vincente Mártir ed esperta di arte contemporanea), dei docenti Marzia Andronico, Francesco Lanzafame, Maria Rosaria Licciardello, Santi Maccarrone, Rosario Messina, Ester Narcisi, Giulia Elena Previtera e Mario Restifo dell’Istituto statale “Fermi - Guttuso” di Giarre.
Alfio Russo – Cutgana, Università di Catania