La tecnologia satellitare sempre più fondamentale nelle azioni di controllo e di risanamento ambientale del territorio con costi e tempi ridottissimi. E’ quanto emerso ieri nel corso del workshop dal titolo “Remote Sensing Technologies for the Managment and Protection of Coastal and Marine Ecosystems” che si è tenuto nei locali del Polo Bioscientifico dell’Università di Catania (via Santa Sofia 100).
Ad organizzare l’incontro – che ha richiamato numerosi studenti della scuola secondaria di secondo grado e universitari oltre che docenti e addetti ai lavori – il centro di ricerca Cutgana dell’Ateneo di Catania (ente gestore dell’Area marina protetta Isole Ciclopi e di sette riserve naturali), in collaborazione con l'Italian Hydrographic Society (IHS) e con l'Associazione nazionale degli Ingegneri per l'Ambiente e il Territorio (AIAT).
I lavori sono stati aperti dal direttore del Cutgana Giovanni Signorello, che si è soffermato sulle attività di gestione delle aree protette da parte dell’Ateneo di Catania, dal presidente di Aiat Adriano Murachelli e dal presidente di Asita Luciano Surace.
Nel corso dei lavori Giuseppe Mancini (Aiat e docente dell’Università di Catania) ha evidenziato “le importanti simbiosi tra le azioni per il controllo e il risanamento ambientale e le possibilità offerte dai nuovi sviluppi tecnologici nell'acquisizione delle immagini satellitari”. Il prof. Mancini ha illustrato, inoltre, le applicazioni satellitari “nel campo della tracciabilità degli oil spill, degli scarichi illegali da petroliere, della salvaguardia della biodiversità nelle aree costiere e nelle grandi barriere coralline, del controllo della marine litter e delle più innovative tecniche ingegneristiche per il trattamento delle acque e dei rifiuti industriali, per la bonifica dei porti e per il dragaggio e trattamento dei sedimenti contaminati, tema quest'ultimo, sviluppato con uno specifico focus sulla rada di Augusta”.
Knut Hartmann della società Eomap (leader a livello mondiale nelle tecnologie per il monitoraggio da satellite), ha approfondito le caratteristiche dei sistemi di rilevamento della batimetria (SDB) evidenziandone i metodi, i relativi vantaggi, le fonti di incertezza e fornendo un ampia rassegna di casi studio applicati alla definizione della ricostruzione 3D della batimetria, al monitoraggio della qualità delle acque, alla classificazione del fondale marino, alla definizione della costa e alla tracciabilità delle rotte delle imbarcazioni.
Sulle più recenti innovazioni del campo delle indagini mediante multibeam echo sounder e l'integrazione con i dati sulla colonna d'acqua, in particolare nel campo della ricerca dei giacimenti profondi di idrocarburi (seep hunting) è intervenuto Marco Filippone della società Fugro Osae (leader mondiale nel campo dei servizi geotecnici integrati, delle indagini subacquee e delle tecnologie per la geoscienza).
Marco Carlini della società Elettra si è soffermato sulle tecnologie e sulle modalità per la posa di cavi sottomarini in profondità e nei terminali sottocosta evidenziando come “proprio a Catania ha base uno dei 4 depositi di cavi presenti in Europa”. “Applicazioni che consentono il minimo disturbo all'ambiente e la massima sostenibilità complessiva dell'intervento” ha aggiunto Carlini.
Alfio Russo – Cutgana, Università di Catania