Le più recenti innovazioni ed applicazioni nel campo delle tecnologie per il monitoraggio dell'ambiente marino grazie anche alle nuove possibilità di ricostruzione in 3D del fondo marino mediante immagini da satellite. E’ il tema principale del workshop dal titolo “Remote Sensing Technologies for the Managment and Protection of Coastal and Marine Ecosystems” in programma giovedì 26 gennaio, dalle 15, nei locali del Polo Bioscientifico dell’Università di Catania (via Santa Sofia 100).
Il workshop, organizzato dal centro di ricerca Cutgana dell’Ateneo di Catania (ente gestore dell’Area marina protetta Isole Ciclopi e di sette riserve naturali), in collaborazione con l'Italian Hydrographic Society (IHS) e con l'Associazione nazionale degli Ingegneri per l'Ambiente e il Territorio (AIAT), ospiterà esperti nel campo della protezione dell'ambiente marino e del rilevamento da satellite e in particolare di rilievo batimetrico mediante immagini satellitari.
Apriranno i lavori il direttore del Cutgana Giovanni Signorello, il presidente di Aiat Adriano Murachelli e il presidente di Asita Luciano Surace.
Nel corso dei lavori i relatori Giuseppe Mancini, Knut Hartmann, Marco Filippone e Marco Carlini si soffermeranno sulle più recenti innovazioni ed applicazioni nel campo delle tecnologie per il monitoraggio dell'ambiente marino grazie anche alle nuove possibilità di ricostruzione 3D del fondo marino mediante immagini da satellite (SDB). La tecnologia sviluppata, sfruttando la riflettanza dei diversi strati permette di trasformarla in informazione fisica ed ecologica (biodiversità), permette di monitorare con costi e tempi ridottissimi superfici particolarmente estese. Si discuterà, inoltre, anche di servizi e soluzioni per l'osservazione dell'ambiente acquatico, di batimetria via satellite, di monitoraggio della qualità dell'acqua, di classificazione del fondale marino, di servizi inerenti indagini geotecniche sottomarine e di servizi per la geoscienza mirati ad attività finalizzate a “oil and gas”, telecomunicazioni via cavo e infrastrutture sottomarine.
Alfio Russo – Cutgana, Università di Catania