SAN GREGORIO. Ben 403 uccelli inanellati appartenenti a 31 specie diverse, 102 le ricatture dei soggetti già marcati ripresi nei giorni successivi al censimento.
La specie più inanellata è la Capinera (ben 85 individui), mentre la specie più ricatturata è l’Occhiocotto (censiti 65 individui, ripresi 42).
Sono i principali risultati del primo anno delle attività di inanellamento e censimento scientifico dell’avifauna, nell’ambito del progetto “MonITRing” e pubblicati nel “Rapporto 2016”, effettuate nella riserva naturale Complesso Immacolatelle e Micio Conti di San Gregorio diretta da Salvatore Costanzo e gestita dal centro di ricerca Cutgana dell’Università di Catania.
Proprio la riserva naturale etnea – istituita nel 1998 per tutelare le grotte a scorrimento lavico e inserita nella Rete Natura 2000 - è stata l’unica in Sicilia tra le 70 stazioni in tutta Italia che hanno aderito al progetto di ricerca dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) denominato “MonITRing” (Monitoraggio italiano tramite inanellamento) promosso dal Centro nazionale inanellamento per il monitoraggio degli uccelli.
“Emerge da questa ricerca che un importante flusso migratorio autunnale di Capinera, la specie più inanellata, interessa l’area – spiega il responsabile dell’attività di inanellamento Renzo Ientile, esperto ornitologo e direttore della riserva naturale orientata Vallone di Piano della Corte di Agira -, tra le specie dominanti spiccano, oltre alla Capinera, anche l’Occhiocotto (ben 65 gli individui inanellati), il Luì piccolo (54), il Pettirosso (46), la Passera mattugia (30), la Passera sarda (27) e la Cinciallegra (25). Sono, inoltre, presenti tra le specie rinvenute migratori transahariani esclusivamente di passaggio in Sicilia come il Codirosso comune e il Canapino maggiore”.
Tra le specie poco comuni spiccano il Torcicollo, la Rondine montana e lo Sparviero, tutti inanellati una sola volta.
“I dati raccolti confermano l’importanza biologica di questo sito, all’elevata diversità ambientale si associa una ricca fauna – aggiunge l’ornitologo – sono, infatti, contemporaneamente presenti specie tipiche di ambienti rupestri come il Codirosso spazzacamino, di macchia come l’Occhiocotto, con specie di ambienti tipicamente boschivi come il Rampichino e la Cinciarella”.
Nel corso dell’attività di inanellamento, inoltre, è stato approfondito anche l’aspetto ecologico relativo al ruolo degli uccelli nell’impollinazione delle piante.
“Con la collaborazione dei colleghi del centro universitario Carlo Prato e Saverio Sciandrello – spiega Ientile – è stata avviata una ricerca sui pollini rinvenuti nel piumaggio degli uccelli. Durante l’inanellamento è stato effettuato un tampone del polline presente attorno al becco di alcuni uccelli. Il polline è stato successivamente identificato in laboratorio, i risultati della ricerca li avremo a breve”.
Attività (ben 31 le sessioni di inanellamento) che hanno registrato anche la presenza di tirocinanti e stagisti del centro universitario e di oltre 300 studenti di ogni ordine e grado per “lezioni didattiche all’aperto” dopo opportuni incontri preliminari in aula.
“Il programma di studio sugli uccelli in riserva proseguirà anche nel 2017– ha aggiunto Ientile -, il monitoraggio attraverso l'inanellamento ha un valore a livello nazionale in quanto è inserito nel protocollo di ricerca nazionale promosso dall'Ispra e consentirà di confrontare i dati di questa stazione siciliana con quelli delle altre stazioni italiane e contribuirà a caratterizzare lo status dell'avifauna italiana”.
Alfio Russo – Cutgana, Università di Catania